Paolo Barile: a venti anni dalla scomparsa

L’Università di Siena ricorda il professor Paolo Barile a vent’anni dalla scomparsa


Partigiano, attivista, politico, avvocato, docente universitario. La figura di Paolo Barile, a vent’anni dalla scomparsa, sarà ricordata lunedì 4 ottobre all’Università di Siena, dove aveva insegnato Diritto Costituzionale per 10 anni (dal 1954 al 1963) . L’iniziativa si aprirà alle ore ore  9,30 nell’aula magna di Giurisprudenza in via Mattioli.
Dalla sua carriera scientifico-accademica al suo intenso impegno civile, fin dagli anni della Resistenza, che lo vide giovane partigiano, la sua vita sarà ripercorsa dai costituzionalisti dell’Università di Siena, presieduti dai suoi allievi Enzo Cheli, già vicepresidente della Corte costituzionale, e Stefano Grassi, già professore a Firenze e avvocato.
Il suo impegno per l’attuazione dei diritti di libertà e dei diritti sociali sanciti dalla Costituzione fu forte e condiviso con il maestro Piero Calamandrei, al quale seguì quello per l’istituzione della Corte costituzionale.
Più recentemente si interessò attivamente ai problemi dell’informazione e della Rai, convinto fermamente che la libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di informazione non fossero diritti separati, ma strettamente connessi.
La giornata si aprirà con i saluti del rettore dell’Ateneo Francesco Frati, del direttore del Dipartimento Giurisprudenza Stefano Pagliantini, di Valdo Spini, con lui nel governo Ciampi nel 1993-94, da Giovanna Giorgetti, per conto del Circolo A.N.P.I. di Ateneo “Carlo Rosselli”, e delle figlie, Paola e Laura Barile.

ANPI, ARCI e CGIL: “Continua la strisciante normalizzazione del fascismo”.

La notizia delle dimissioni del sottosegretario Durigon giunge tardiva e a seguito di un prudente patteggiamento tra i responsabili delle massime istituzioni del Paese: l’imbarazzo e i tatticismi con cui si è risposto ad una manifestazione di apologia del fascismo rimangono fonte di preoccupazione per chi sente che il dettato costituzionale è esposto ad un’erosione costante. Non dovrebbe esserci titubanza nel recidere i legami tra le istituzioni democratiche e chi manifesta invece nostalgie e velleità revansciste.Al contrario, invece, continua ad essere presente in ruoli istituzionali un ambasciatore di dichiarate simpatie neonaziste, Vattani, che il Ministro degli Esteri ha nominato a Singapore, e sta per prendere servizio nel nuovo incarico di responsabile dell’Archivio centrale dello Stato, De Pasquale, una persona che peraltro non ne avrebbe titolo, non essendo un archivista, che per di più ha descritto una figura centrale del neofascismo stragista quale Rauti come uno statista e che dovrebbe esercitare la funzione sensibilissima di decidere quali fondi archivistici del secondo dopoguerra, da poco desecretati, possano diventare di pubblica consultazione. Un simpatizzante del neofascismo viene incaricato di decidere quali fonti saranno rese pubbliche o meno, potendo così incidere sulla speranza di acquisire almeno la verità storica sulle stragi neofasciste, dopo che quella giudiziaria è stata in molti casi impedita dai depistaggi di organi deviati dello Stato. Questo inopinato provvedimento porta la firma del Ministro della Cultura Franceschini, il cui posizionamento politico avrebbe fatto sperare in una più attenta vigilanza e, a fronte delle proteste giunte da più parti, una solerte correzione di rotta.E’ chi ha protestato, invece, che ha dovuto subire una strumentale aggressione politica, illegittima e infondata. Il neo eletto Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, ha esplicitato la sua contrarietà alla nomina dimettendosi dal Consiglio superiore dei Beni Culturali a fronte dell’insensibilità del Ministro e sviluppando pubblicamente un proprio ragionamento sui cedimenti alla riscrittura della storia in chiave neofascista, includendo la questione storiograficamente ancora controversa delle foibe e della violenza politica seguita all’occupazione fascista dell’alto Adriatico.Tutta la destra si è precipitata a chiedere le dimissioni di Montanari ed aspre critiche sono giunte anche da tutti coloro che da anni, ormai, perseguono una linea di equiparazione tra fascismo e antifascismo come se fossero due estremi equiparabili, quando invece è il fascismo ad essere escluso dal patto costituzionale su cui si basa la nostra comune cittadinanza nazionale ed è l’antifascismo il presupposto delle libertà garantite a tutte le posizioni politiche tranne quella che viene esplicitamente identificata come reato, appunto il fascismo, in quanto portatrice della negazione dei diritti democratici e di altre aberrazioni ideologiche.Occorre con urgenza una ferma opposizione a qualunque tentativo di simili infiltrazioni nelle istituzioni, rivedendo cariche e titoli concessi in dispregio alla Costituzione. Il Ministro Di Maio deve revocare la nomina all’ambasciatore Vattani e il Ministro Franceschini l’incarico al bibliotecario De Pasquale. Le forze politiche e sociali hanno il dovere di contrastare con ogni mezzo questa strisciante normalizzazione dei fascismi vecchi e nuovi che hanno l’obiettivo di riscrivere la storia e avvelenare le coscienze. Bisogna, tra l’altro, che nessun simpatizzante neonazista venga invitato ad una Festa dell’Unità.Le battaglie dell’antifascismo sono sempre attuali: per i diritti civili, contro le diseguaglianze, per la parità di genere, contro l’omofobia, per la sicurezza sul lavoro e per la dignità del lavoro, contro la violenza sulle donne, per il rispetto dell’ambiente e per una svolta ecologica seria ed efficace, contro il razzismo, per l’accoglienza dei richiedenti asilo, e via dicendo. Il 25 aprile e il 1 maggio, in un Paese dalla memoria corta come il nostro, cadono in realtà quasi tutti i giorni. Sarebbe bene ricordarlo.

ANPI, ARCI, CGIL Siena

28 Agosto 2021

Lettera del presidente Pagliarulo riguardante le iniziative sul conflitto israelo-palestinese e ordine del giorno da proporre ai sindaci e ai consigli comunali

I massimi dirigenti di Cgil, Cisl, Uil, Acli, Arci, Legambiente, Libera e Gruppo Abele, Anpi hanno inviato una lunga lettera ai segretari di tutti i partiti – tranne Fratelli d’Italia e Lega – in cui si chiede un’iniziativa forte per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Se è vero infatti che, nonostante enormi difficoltà, l’unica prospettiva possibile per una stabile composizione del conflitto israelo-palestinese è la proposta di due popoli in due Stati, tale proposta non sarà mai praticabile fino a quando uno dei due Stati, Israele, sarà riconosciuto e l’altro no. Da ciò la richiesta avanzata ai segretari dei partiti, invitandoli a proporla anche ai Paesi Ue: il riconoscimento dello Stato di Palestina. Diamo un grande valore a questa iniziativa perché, davanti alla imbarazzante parzialità a cui abbiamo assistito in questi giorni, tale iniziativa rimette a tema la politica e cioè la concreta ricerca di soluzioni equilibrate alla permanente e drammatica tensione. Infatti, com’è scritto nella lettera, “ciò che sta accadendo a Gerusalemme, nelle città israeliane e nelle città e nei villaggi palestinesi, nella Striscia di Gaza, è l’ennesima ondata di violenza che si ripete da quasi un secolo. Ogni volta da tutti condannata, ma, spenti i riflettori sugli scontri, sui missili lanciati, fatta la conta dei morti e feriti, torna il silenzio, gli organi di informazione tacciono, la politica ha altro a cui pensare. Tutto torna come prima, in attesa della prossima esplosione”. Attorno a questa proposta condivisa da uno schieramento così autorevole di associazioni e di sindacati italiani, a cominciare dall’Anpi, è opportuno e urgente che la nostra associazione si mobiliti sui territori dando vita a iniziative, dibattiti, manifestazioni unitarie, che ruotino attorno alla parola d’ordine del riconoscimento dello Stato di Palestina, oltre che, ovviamente, della immediata cessazione delle ostilità. Sottolineo l’assoluta importanza del carattere unitario di tali iniziative, per coinvolgere il più possibile il mondo dell’associazionismo a cominciare, ove possibile, da Cgil, Cisl, Uil, Acli, Arci, Legambiente, Libera e Gruppo Abele. Suggerisco inoltre di proporre ai sindaci e ai consigli comunali, sempre ove vi siano le condizioni, un ordine del giorno concordato fra le associazioni firmatarie della lettera ai partiti, che ne ricalca i contenuti. Trovate in allegato una bozza di ordine del giorno. Augurandovi un buon lavoro, vi invio i miei più fraterni saluti.

Per una nuova fase della lotta democratica e antifascista. Documento per il XVII congresso nazionale dell’ANPI – 2022

Il Comitato nazionale Anpi ha approvato nella seduta del 7 maggio il documento per il XVII Congresso nazionale che si svolgerà il prossimo anno. Il testo del documento è disponibile è scaricabile qui:

Strade di Liberazione

v. Spartaco Lavagnini a Sangimignano. Il partigiano Lisi con le sue bisnipoti

Buon 25 a tutte e tutti dalla Presidente del Comitato provinciale di Anpi Siena Silvia Folchi

verso il 25 Aprile

per rivedere il programma su RadioSienaTV andato in onda gioveddi 22 Aprile

77° anniversario dell’eccidio di Montemaggio

Domenica 28 Marzo si è svolta, nel rispetto delle norme anti-covid, la cerimonia per ricordare i nostri partigiani fucilati nel marzo del ’44 sul Montemaggio, con i comuni della Val d’Elsa e l’ANPI

il ricordo del presidente nazinale dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo

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