I miei compagni erano 19. Vittorio Meoni racconta l’eccidio di Montemaggio

Vittorio Meoni racconta l’eccidio di Montemaggio, avvenuto il 28 marzo 1944.

«Quando arrivammo alla Porcareccia, era già pronto il plotone di esecuzione, con una mitragliatrice e con i fascisti armati di mitra. Ci fu ordinato di mettersi a sedere per terra. Ci fu ordinato di levarsi le scarpe e fu in quel momento che noi comprendemmo che ci sarebbe stata la fucilazione.

Alcuni di noi gridarono di non ucciderci, qualcuno invocò anche la mamma. Però da parte del maresciallo fascista che doveva azionare poi la mitragliatrice ci fu detto che non c’era più misericordia e quindi era chiaro che sarebbe iniziata la fucilazione.

Fu in quel momento che io mi alzai e raggiunsi il bosco e, passando davanti a un milite che era a guardia del viottolo che immetteva dentro al bosco, mi sparò una raffica di mitra che mi colpì con un proiettile al polmone. Io riuscii a proseguire la corsa per un certo tratto del bosco, poi mi ci vollero alcune ore per raggiungere faticosamente i limiti del bosco e rifugiarmi in una casa di contadini a Certino, che è un gruppetto di case di Montemaggio».

Il racconto di quel giorno nelle parole di Vittorio Meoni, qualche anno fa.

Giorgio Amendola celebra Montemaggio

Celebrazione dell’Eccidio di Montemaggio, anno 1966. Giorgio Amendola ricorda i partigiani caduti a Colle di Val d’Elsa. Immagini dall’ASMOS – Archivio Storico Movimento Operaio Democratico Senese.

«Ho sempre pensato che nella società italiana, malgrado la Resistenza, persistessero le radici di un fascismo che potrebbe ripresentarsi in forme nuove» (da “E poi c’è anche la Nikodemite”).

Montemaggio: Una storia partigiana. Il libro di Staino sulla testimonianza di Vittorio Meoni

Il racconto si basa sulla testimonianza di Vittorio Meoni. L’autore, con rara semplicità e chiarezza, disegna una gioventù talmente innamorata della vita da volersi opporre, con estrema fierezza, alla barbarie fascista.

I giovani di queste tavole sono pieni di speranza per un futuro migliore e per un’Italia libera e solidale.

La prima edizione del Festival Resistente, nel 2015

I volti, le parole, la musica della prima edizione del Festival Resistente condensati in questo piccolo documentario.

Montemaggio. La commemorazione del 2009

L’eccidio di Montemaggio avvenne il giorno 28 marzo 1944 sulla Montagnola. Le truppe nazifasciste attaccano Casa Giubileo, una casa colonica dove sostavano alcuni partigiani, e dopo una breve guerriglia, ad armi impari, questi ultimi si arresero, vennero disarmati dalle truppe nazifasciste, umiliati e fatti camminare fino ad arrivare a un piccolo spazio chiamato “la Porcareccia”, dove vennero fucilati.

Tra i partigiani radunati di fronte al plotone d’esecuzione, solo uno riuscì a sopravvivere, Vittorio Meoni, che un momento prima della sparatoria riuscì a fuggire nei boschi.

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La lettera di Vittorio Meoni agli studenti in occasione del 73° anniversario dell’eccidio di Montemaggio nel 2017

«Cari ragazzi, mi scuso innanzitutto per non essere fisicamente presente come avrei voluto a questo incontro, ma l’anagrafe me lo impedisce. Voglio comunque ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa, ma voglio ringraziare soprattutto voi che avrete la pazienza di ascoltare o leggere la storia della mia vita. Se ho ripercorso il passato l’ho fatto proprio nella speranza che conoscere la mia esperienza potesse aiutare voi giovani a comprendere un passato non troppo remoto e quindi ad orientarvi meglio in questo presente non facile e non molto chiaro.

Quello che mi premeva dirvi con i miei ricordi erano principalmente due cose. La prima è già nel titolo: alla macchia sempre non vuole essere l’esaltazione di una ribellione fine a se stessa, ma l’affermazione di un principio che dovrebbe guidarci non solo nei momenti cruciali della vostra vita, ma sempre e comunque: essere autonomi nelle scelte, non seguire passivamente la corrente, vivere con coerenza i propri valori anche se ciò significa pagare un prezzo anche alto.

La seconda cosa riguarda la politica. Oggi è diventato uno sport nazionale vituperare la politica e i politici. Non siate acquiescenti a questo andazzo; impariamo dai padri fondatori della democrazia che la politica è l’attività più nobile dell’uomo; se la viviamo come impegno per la realizzazione di ideali in cui crediamo fermamente, la vita sarà ricca e piena come lo è stata la mia.

Grazie della vostra attenzione, cari ragazzi, buon lavoro e auguri per il futuro che saprete costruirvi con la buona politica».

L’umanità al potere. Appello all’unità per una Toscana solidale e antifascista

In vista delle prossime elezioni regionali, il Coordinamento dei Comitati provinciali Anpi della Toscana ha scritto il documento: “L’umanità al potere. Appello all’unità per una Toscana solidale e antifascista“, rivolto ai partiti e alle forze democratiche e indirizzato anche a tutti i sindaci, ai consiglieri regionali, ai deputati eletti nella regione, alle associazioni, ai sindacati. 
Tale documento è scaturito dall’ultima assemblea del Comitato provinciale di Siena, e quindi discusso e approvato a livello regionale. 
L’auspicio è che l’appello possa trovare ovunque la migliore risonanza, e dunque l’invito a tutti è di diffonderlo e discuterlo, in modo da sollecitare, in ogni sede possibile, una riflessione costruttiva sull’opportunità di un rinnovamento serio e programmaticamente rilevante in vista della competizione elettorale in Toscana.

Dal Consiglio Comunale di Castelnuovo Berardenga una dura condanna verso ogni forma di comportamento ispirato a sentimenti antidemocratici, all’odio razziale, all’omofobia, all’antisemitismo, al fascismo e al nazismo

Il Consiglio Comunale di Castelnuovo Berardenga il 22 novembre scorso ha approvato un Ordine del giorno in merito ai fatti correlati all’inchiesta che ha coinvolto 12 persone appartenenti all’estrema destra in provincia di Siena.

Con l’ordine del giorno è stato ribadito che l’antifascismo è la radice ideale e culturale da cui nasce la Repubblica Italiana e la sua Costituzione e sono state condannate con fermezza tutte le iniziative, sia che provengano da associazioni e organizzazioni politiche e sociali che da singoli, che diffondono idee e comportamenti ispirati a sentimenti antidemocratici, all’odio razziale, all’omofobia, all’antisemitismo, al fascismo o nazismo. Con il documento è’ stata affermata la distanza del Consiglio comunale e della comunità castelnovina da ogni forma di odio razziale e da qualsiasi ideologia discriminatoria; è stata ribadita l’importanza dei valori della multiculturalità e della pacifica convivenza; è stata espressa vicinanza e condivisione per l’operato di tutte le Forze dell’Ordine coinvolte nell’inchiesta e per la Magistratura inquirente che svolgono quotidianamente, con abnegazione e professionalità, un lavoro fondamentale a tutela della sicurezza di tutti i cittadini. Infine sono state invitate tutte le forze di ispirazione antifascista a non sottovalutare i rischi che questi fatti determinano e a condannare e contrastare con forza il tentativo di ridare credito a uomini, partiti ed idee la cui sconfitta è alla base della nostra Repubblica e della nostra Costituzione.

Vagliagli, 22 settembre 2019. Commemorazione del partigiano Bruno Bonci

Riportiamo di seguito il discorso tenuto da Antonio Giudilli, delegato del Circolo Anpi di Ateneo Carlo Rosselli, in occasione della Commemorazione del partigiano Bruno Bonci che si è celebrata a Vagliagli oggi, 22 settembre 2019:

Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano

Sono le parole di Pin il protagonista del libro di Italo Calvino “I Sentieri dei nidi di ragno”. 

Ho letto questo libro quando ero poco più che quindicenne, durante i primi anni delle superiori. E’ stato il libro che mi ha fatto capire meglio di altri, a quell’età, cos’era stata veramente la Resistenza.

E quando l’ANPI mi ha chiesto di intervenire oggi, ho pensato subito a quel libro e a quelle parole. Parole che avrebbe potuto pronunciare Bruno Bonci, nome di battaglia Caravaggio, prima di partecipare allo scontro armato che lo ha visto perire per mano dei nazisti il 12 giugno del 1944, proprio qui a Vagliagli dopo che assieme ad altri partigiani, aveva messo in sicurezza una partita di olio che i nazisti volevano sequestrare. 

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Montemaggio Festival Resistente: il racconto dei 3 giorni

Tornare a “vivere” uno dei luoghi simbolo della nostra storia nel tentativo di far dialogare memoria e attualità e riflettere sull’antifascismo oggi. È questo l’obiettivo del Montemaggio Festival Resistente. L’evento, giunto ormai alla sesta edizione, si è tenuto dal 7 al 9 giugno, organizzato dalle ANPI della Valdelsa a Casa Giubileo, a Monteriggioni.

Il programma di quest’anno ruotava attorno alla frase “Restare umani”. Ci sono state tante iniziative, tra concerti, presentazioni di libri e confronti.

Si è rafforzato il rapporto con le scuole. Gli studenti hanno sempre avuto un ruolo molto importante all’interno del programma, ma quest’anno ancora di più. Il Festival è cominciato, infatti, con un’iniziativa rivolta proprio ai più giovani: un trekking sui sentieri dei partigiani al quale hanno partecipato le classi del Liceo San Giovanni Bosco di Colle di Val d’Elsa, in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea. Durante il percorso, la camminata è stata intervallata da letture e intermezzi sonori, frutto del lavoro sulla voce e l’improvvisazione vocale “Circle song”, nell’ambito del progetto “Collisioni”, a cura di Emiliano Nigi.

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